• pippone

    anche attaccare il pippone, attaccare un pippone

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    Il pippone è un discorso lungo, pesante e noioso, pronunciato da una persona solitamente in maniera unidirezionale, ovvero senza una risposta, o possibilità di risposta, da parte di chi ascolta. Il termine è un accrescitivo di "pippa", parola usata anche con la stessa accezione, probabilmente a sua volta derivata da un'estensione dell'uso di "pippa" come riferimento alla masturbazione: tale etimologia ne sottolineerebbe quindi la natura unilaterale.

    Viene spesso utilizzato nell'espressione "attaccare il pippone", che esprime l'azione di avviare tale monologo, trasmettendo così l'immagine di qualcosa che resta attaccato e da cui l'ascoltatore non ha modo di liberarsi.

    Cfr. siluro, pippa, farsi le pippe mentali

    Esempi

    • Erano mesi che gli stavo dietro e quando mi ha chiamata pensavo che avessi qualche possibilità con lui. E invece mi ha attaccato il pippone sulla sua ex e su quanto gli mancasse, e a quel punto mi sono arresa.

    • Che palle quel film! È un pippone infinito!

    • Fabiana: «Sai quando dici di no a una persone e continua a insistere?»

      Valerio: «Senti, nun m'attaccà il pippone per favore, eh.»

      Fabiana: «Il che?»

      Valerio: «Pippone, siluro, come 'o chiami?»

      Truccatrice: «Il pippone è un discorso un po' lungo, devastante…»

      Valerio: «Devi esse' breve. 'Sta cosa se me la vuoi raccontà ce devi mette' due minuti, due minuti e mezzo, ma massimo!»

      Truccatrice: «'Mmaza Vale', te sempre un signore, eh?»

      Valerio: «Aoh, guarda che a me m'attaccano dai dodici ai tredici pipponi al giorno. E io li blocco subito, li fermo.»

      Fabiana: «Comunque non era un pippone…»

      Valerio: «Daje, racconta. I primi due minuti te li sto a sentì.»

      – Dialogo nella serie televisiva "Boris" (stagione 3 episodio 12 "Nella rete")

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